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IL FATO In una gita organizzata con un pullman (non sono affatto amante di farle, perché non mi piace viaggiare con i bus! Preferisco l’auto e guidarla personalmente, non perché con gli altri alla guida abbia paura, ma perché sto bene fisicamente e fisiologicamente solo quando guido io, specialmente se il percorso è tutto un susseguirsi di curve, non ne parliamo proprio se trattasi di curve di montagne!), sarà stato nel 1993 conobbi una comitiva di Striano e, parlando del più e del meno, scoprii che ne facevano parte alcuni, addirittura praticanti e cultori musicali! Antonio, un insegnante, che suonava la mandola e aveva nel suo carniere una decina di canzoni scritte ed anche musicate, Salvatore si dilettava col mandolino ma era anche cantante, Pino che si dilettava con la tromba, ma ci deliziava con le percussioni, precisamente col bongoe Gigino, ex batterista, ma si divagava anche col bongo! LA MANNA Quando seppero che io cantavo, accompagnandomi sulla chitarra, disse Pino:” Domenico, sei proprio come la manna dal cielo, proprio quello che ci manca: la voce, perché Salvatore non può certamente cantare, quando suona il mandolino!” La passione c’ era ancora e ripresi fra le mani la chitarra: erano passati sette anni! Ci vedemmo spesso, quasi sempre nel giardino di Pino, io lo chiamavo e lo chiamo “ingegnere in pensione”, perché lui era un tecnico, capo reparto dell’Enel e lui mi cominciò a chiamare “capo” quando si accorse che io cercavo di condurre il gruppo (creatosi per combinazione ed al quale avevamo dato il nome che tutti sapete), all’esterno cioè verso cerimonie anche lontane, non solo a Striano e a Sarno, dove avevano un amico, un gestore della Mobil, Francesco, lui diceva sempre per scherzo, “da Sarno”, che continuamente ci invitava nella sua proprietà perché aveva organizzato qualcosa! E lasciatemelo dire: quando organizzava lui, si fermava l’orologio! Non dimenticava mai niente e ad ogni incontro ti faceva sempre la sorpresa di un “qualcosa” che non ti aspetti minimamente! LA LUNGA TRASFERTA PINO, DA GIOVANE La parola straniera mi ha riportato di nuovo al sig.D’ Ambrosio, cioè “l’ ingegnere” Pino, che raccontava sempre che negli anni ’60 aveva fatto parte con la sua trombadel famoso complesso “The Shoomen”, un sestetto “Gigi e i suoi Aster” con James Senese al sax-tenore, alla batteria Gigino, alla chitarra M.Annunziata di Terzino, al piano Gigi Caldarelli e la voce era quella del bravissimo e compianto M.Musella; penso che tutti ricorderete la famosissima: ”Un’ ora sola ti vorrei”! Una sera fuori al giardino in un momento di pausa di prova, si ricordò di quando andavano a fare le prove a casa della fidanzata di Gigi, il pianista per intenderci, addirittura mi rammento che lei abitava a Piazza Immacolata a Terzigno! Può sembrare strano che ricordi anche il luogo delle prove (ormai, la memoria mi aiuta poco!) ma vi devo confessare come ho potuto ricordare il nome della piazza! Guardate un po’ che combinazione! Mi ricordo bene perché il giorno dell’ Immacolata è il mio compleanno! LA BENEFICENZA Solo Pino mi seguì (molto tempo dopo anche Gigino), andavamo a suonare nelle case di riposo a Cicciano, Afragola, Giugliano, Ottaviano senza chiedere niente, accettavamo solo le spese di benzina, mi ricordo ancora a Meta, Agerola, Bracigliano...Lo facevamo per passione, per portare l’allegria e la canzone napoletana ai vecchietti “abbandonati”! E a sera sapevamo ed eravamo contenti di aver fatto qualcosa di “bello” col cuore! A volte qualche anziano, forse più emotivo, piangeva, certamente di gioia, perché quella canzone evidentemente risvegliava ricordi di gioventù che facevamo per “beneficenza” anche e soprattutto perché noi, per fortuna, non avevamo bisogno di soldi, eravamo stipendiati ma il Signore poi ci ha ricompensato in altro modo! Come? Ora ve lo spiego! NASCONO I GILL Io distribuivo i bigliettini da visita dei “GILL” con i miei numeri di telefono, dopo ogni esibizione, nelle case di riposo anche e soprattutto ai familiari che venivano regolarmente invitati dai responsabili delle strutture! Non so che è successo! O si saranno moltiplicati o forse perché la gente aveva saputo che noi non avevamo delle pretese in proposito, che non chiedevamo, ma accettavamo una semplice offerta a piacere, ma sta il fatto che noi non riuscivamo a far fronte a tutti gli impegni! Una chitarra, una voce e percussioni: I GILL ROBERTA La fortuna, il caso, chiamatelo come volete, ma una sera incontrai a Scafati, nell’Associazione “AGLAIA” diretta dal maestro ESPEDITO DE MARINO, una ragazza Roberta che suonava la chitarra e cantava molte canzoni classiche napoletane! Parlando, la convinsi a partecipare a questi nostri interventi presso le strutture sopraccennate; suonava l’organo o la chitarra nella chiesa madre di Scafati e questo giocò a mio favore, perché già dedita all’amore verso il prossimo e alla beneficenza parrocchiale! Due chitarre, due voci e percussioni: I GILL. ADELE Una sera, alle prove, Roberta ci presentò la sorella Adele, anche lei chitarrista ed una bella voce ed il giorno dopo faceva parte del gruppo! Trio chitarre, tre voci e percussioni: I GILL. L’ “INGEGNERE” SI RIPOSA! A causa di un malumore al ginocchio sinistro Pino mi chiese di star fermo un po’ ed io gli dissi: “Caro ingegnere, quando sarai del tutto guarito, mi potrai chiamare subito, sarai sempre dei nostri!” E sapete che cosa rispose: “Va bene, capo, ai suoi comandi!" Quando andavo a fargli visita, portavo con me la chitarra , ci mettavamo giù in giardino e sotto il “gazebo” ci divertivamo; lui mi accompagnava con il bongo e le percussioni! Ah, è vero, Pino è proprio bravo! Però lui ammetterà che sono stato io a portare nel gruppo la musica classica napoletana! Eh, sì, perché loro intonavano maggiormente musica afro-cubana e brasiliana, degli anni 30-40 e 50 e cantavano i classici motivi che si accompagnano con batteria, percussioni e chitarra! Pino ha un nipotino di 7 anni di nome Enrico, primogenito della figlia Annalisa (la sua famigliola si completa con Mimmo e Nadia, tre figlioli come me!) Enrico è attratto dal suono della chitarra e segue il nonno durante le prove, guardandolo con meraviglia. Ora sta fermo ad ascoltare il nonno, non certamente come faceva quando ai suoi primi passi correva per tutto il giardino, calpestando i fili delle chitarre amplificate! Una volta fece cadere pure il microfono dall’asta; il nonno lo richiamò, ma lui faceva “orecchio da mercante” e non si fermava mai. Allora mi venne spontaneo e dire: “ Ma è proprio un saracino!” e gli facemmo ascoltare la canzone di Carosone! Da quel giorno, evidentemente gli sarà piaciuta molto, non faceva altro che chiederci di cantarla. Appena mi vedeva arrivare, si avvicinava e faceva la sua bella richiesta, dicendo:” ‘O sacino, o sacino!!” Aveva forse appena un anno e mezzo, al massimo due! Ancora oggi, il nonno e la nonna, una signora gentilissima e accogliente, sempre pronta a portare a tavola l’acqua della Madonna (sapeva che a me piaceva quel senso di frizzantino.) lo chiamavano con questo nomignolo. Andavano loro stessi a riempirla alla fonte a Cast/re e la conservavano sempre ben tappata e fresca: deliziosa!Non parliamo poi del caffè: la caffettiera sempre carica e pronta già sul fuoco, aspettava che Pino dicesse:” Silvanuccia, puoi accendere!” Sì, Silvanuccia, vezzeggiativo di Silvana, così si chiama la signora! MICHELE L’infortunio, meglio dire il fastidio al ginocchio, di Pino scombussolò un po’ le cose! Ma si usa dire:”Non tutti i mali vengono per nuocere!”.oppure :”Storta va, deritta vene!” Allora invece di provvedere alla sostituzione con un altro percussionista, ritenni opportuno rintracciare un mandolinista, dal momento che c’eravamo dati alla classica napoletana! Chiamai il maestro Arricò di Torre, Umberto, che mi consigliò un suo allievo, rivelatosi proprio bravo e preparato: un giovane universitario di nome Michele! Un giovane educatissimo, silenzioso, ma quando parlava lo faceva sottovoce, non si alterava mai, bravo sul mandolino ma non “esaltato!”, come tanti artisti! .Allora stampai al computer la prima locandina che si vede nella pagina precedente! “Trio Chitarre, mandolino e voci” IL DADO ERA TRATTO Il mandolino: quello che ci mancava! Attirava molto ed i nostri impegni aumentavano sempre, ma non tanto di quantità, ma di qualità! Gli stranieri (allora non c’era la “monnezza”) affollavano Sorrento, Meta, Positano….in pratica sulle zone costiere amalfitana e sorrentina c’era molta richiesta per il mandolino, ma la richiesta ancora c’è e se vedete in organico nella griglia della pagina precedente conterete fino a 6 mandolinisti!Il numero dei componenti “I GILL” è talmente alto che (pur con artisti attualmente non disponibili!) siamo in grado di formare almeno 6 gruppi di due o tre elementi ciascuno! LA COSTANZA L’ingegnere, quattro anni fa, ha voluto tenacemente cominciare a imparare a suonare la chitarra ed è riuscito a farlo, frequentando con costanza un corso privato!Per lui, già suonatore di tromba probabilmente sarà stato più facile assimilare lo studio! Ora si presenta con….tromba….percussioni…e chitarra! Col suo ritorno stampai la locandina odierna che si vede nella pagina precedente! "I GILL" - Chitarre, Mandolini, Voci e Percussioni! TUTTI Man mano, tutti gli altri o per combinazione o per caso o per esigenze, si sono ritrovati a far parte del gruppo, pur senza continuità e costanza come i "veci" del gruppo! |
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